Zafferano: l’oro nel piatto
L’ORO NEL PIATTO, ovvero LO ZAFFERANO
Lo ZAFFERANO (dal latino safranum) è una spezia che si ricava dai pistilli di un fiore “crocus sativus”. Questa pianta (bulbo-tubero) viene trapiantata in primavera e il fiore sboccia ad ottobre; all’interno della sua corolla si trovano tre fili di color arancio o rosso, e proprio da questi tre fili si ricava lo zafferano. Da qui si può ben capire che è una spezia carissima (si può arrivare a pagarlo € 3500 al Kg), ma il suo costo è più che giustificato. Per estrarre la magica polverina che si usa in cucina occorre una lunga e delicata lavorazione: servono infatti dai 130.000 ai 150.000 fiori e oltre 500 ore di lavoro per ottenere un Kg di spezia pronta all’uso! Per fortuna ne basta davvero poco: la dose giusta che si aggiunge per esempio nel risotto è pari a 0,6 gr, cioè la quantità di una bustina delle varie marche che si trovano al supermercato.
Lo ZAFFERANO è ricco di antiossidanti, ogni pietanza tinta di giallo che mangiamo è una forchettata di salute! Infatti questa spezia possiede crocetina, crocina e picrocrocina sostanze appartenenti al gruppo dei carotenoidi (i pigmenti gialli arancioni e rossi presenti nella frutta e nella verdura). Quali sono le proprietà dei carotenoidi? Essi sono particolarmente efficaci contro l’aggressione da radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Rispetto alla carota, che ne contiene l’0,008%, il contenuto di carotenoidi nello zafferano è dell’8%, cioè 1000 volte superiore!
CLEOPATRA, la famosa regina d’Egitto, usava lo ZAFFERANO per dare colore dorato alla sua pelle, oppure per tingere le unghie e i capelli, era anche di gran voga utilizzarlo negli unguenti e negli oli per profumare il corpo.
ISOCRATE, oratore e filosofo ateniese, pare che facesse profumare i cuscini con lo zafferano prima di coricarsi e le donne troiane lo usavano per profumare le statue dei loro templi.
Si sono ritrovati i trattati di APICIO, uno dei primi esperti di gastronomia, vissuto ai tempi dell’antica Roma, il quale scrisse appetitose ricette con lo zafferano, scelto soprattutto per il colore giallo vivo che conferiva ai piatti, ma anche per le sue proprietà digestive. Infatti nel suo trattato “DE COQUINARIA” dà una ricetta del mosto cotto fatto con il vino ribollito, datteri macinati, cannella, pepe nero e ZAFFERANO. L’infuso poi filtrato veniva utilizzato come digestivo.
I Romani quindi lo conoscevano già, ma è dal Medio Oriente e attraverso gli Arabi che la spezia si diffonde in Sicilia intorno all’anno 1000. Dagli Spagnoli lo zafferano arriva anche in Sardegna, dove viene anocra oggi coltivato in una zona del Nuorese. Si diffonde poi anche in Abruzzo, Toscana e Umbria.
Intorno all’anno 1000 da Oriente via mare arriva a Venezia, importante Repubblica Marinara nonché principale porto per i commerci con l’Oriente, tanto che fu istituito “l’ufficio dello zafferano” dove confluivano notevoli quantità di prodotto. Da qui si può evincere quanto sia stato prezioso anche a quell’epoca.
Nel giorno di Santa Lucia (13 dicembre) in Svezia si festeggia il ritorno del sole e della luce con la preparazione delle LUSSEKATTER focaccine allo zafferano, e nel periodo natalizio viene usato in molteplici ricette, proprio per dare preziosità ad ogni cosa (biscotti, torte, ecc…) e perché con il suo colore giallo spiccato, riporta il sole dopo il buio periodo invernale.
Gli effetti benefici di questa spezia erano conosciuti quindi fin dall’antichità e sono ancora oggi sfruttati dalla medicina indiana e cinese. Oltre ai carotenoidi contiene anche altri elementi utili all’organismo umano, quali la vitamina B1 e B2 , necessarie alla crescita e per il metabolismo dei grassi, proteine e carboidrati, oltre che favorire la digestione e riattivare il metabolismo. Molto importante sarebbe inserire lo zafferano nella propria alimentazione almeno 2 volte alla settimana.
In cucina è così versatile che si può utilizzare nei primi piatti, nella carne, con le verdure nei formaggi, ma anche nei dolci e nei liquori. Molto conosciuti fra le ricette regionali italiane ci sono piatti come il risotto alla milanese, la zuppa di pesce marchigiana, il coniglio abruzzese, gli arancini siciliani, la Tuma di Enna (tipico formaggio con grani di pepe nero e colorato di giallo). { fcomment id=62}
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